Questa mozione mirava in particolare a rimettere in discussione il principio della doppia materialità (di cui vi abbiamo parlato qui) e a rivedere le soglie relativi ai bilanci e al fatturato nonché al numero dei dipendenti per le piccole imprese. I parlamentari hanno anche chiesto di semplificare e ridurre gli standard che considerano troppo onerosi per le aziende data l’attuale situazione economica.
Considerato che la mozione ha ottenuto la maggioranza dei voti, l’ESRS si applicherà quindi a partire dall’esercizio 2024 per le imprese più grandi e riguarderà, entro l’esercizio 2028, le imprese più piccole e le filiali di imprese extra-UE.
Un voto applaudito da molti stakeholder europei della sostenibilità come il GSSB* che continua il suo lavoro sull’interoperabilità dell’ESRS con gli standard GRI*, come vi abbiamo raccontato qui.
Occorre tuttavia prendere in considerazione un fatto: di fronte all’importanza dell’inflazione, una nuova iniziativa è stato adottato dalla Commissione Europea nel quadro della Direttiva 2013/34/UE (o “Direttiva Accounting”). Per le PMI* la soglia di fatturato netto sale da 40 a 50 milioni di euro, e quella di bilancio da 20 a 25 milioni di euro. Circa il 6% delle 50.000 imprese inizialmente interessate vedranno quindi una riduzione dei propri obblighi ai sensi della CSRD.
*Glossario
CSRD: Direttiva sul reporting di sostenibilità aziendale
AMF: Autorité des Marchés Financiers (Autorità francese dei mercati finanziari)
ESRS: standard europei per il reporting di sostenibilità
GRI: Iniziativa di rendicontazione globale
GSSB: Global Sustainability Standards Board (responsabile della definizione degli standard GRI)
PMI: Piccola e Media impresa